LO STORICO PALAZZO DEL
GHIACCIO DI MILANO OSPITA IL MAD
Testo e foto: Claudio Zanoni
LA STORIA
Splendido edificio in stile Liberty costruito in soli otto mesi,
il Palazzo del Ghiaccio è stato inaugurato il 28 dicembre
1923. Animatore dell’impresa fu il Conte Alberto Bonacossa,
più volte campione nazionale di pattinaggio artistico e presidente
della Società dei Pattinatori di Milano.
La costruzione dell’edificio - un corpo centrale che ospita
la pista ghiaccio, sui cui lati lunghi si appoggiano due corpi di
fabbrica dedicati alle attività di supporto – è stata
eseguita in cemento armato per le fondazioni e il piano della pista
e in ferro per le arcate che reggono la copertura.
All’epoca della sua realizzazione il Palazzo del Ghiaccio era
la più grande pista di pattinaggio coperta in Europa ed una
delle più grandi al mondo. Oltre che per le dimensioni (1.800
mq per la sola pista di pattinaggio).
Rimasto attivo fino al 2002, in 80 anni di attività ha ospitato
importanti manifestazioni sportivo-agonistiche, alle quali si sono
affiancate altre forme di intrattenimento come sfilate e concerti
memorabili.
IL NUOVO PALAZZO DEL GHIACCIO
I lavori di ristrutturazione del Palazzo del Ghiaccio
sono iniziati nel giugno del 2005 e si sono conclusi nell’aprile
2007.
Il recupero dell’immobile è avvenuto nel rispetto della
conservazione delle funzioni preesistenti -pista di pattinaggio su
ghiaccio per attività sportiva non agonistica e attività compatibili
e inerenti - attraverso una riqualificazione impiantistica ed architettonica
mirata alla valorizzazione della struttura.
Le principali funzioni sono state riprogettate per creare uno spazio
modulabile in grado di ospitare sfilate, convention, mostre ed eventi
aperti al pubblico.
L’intervento ha permesso di restituire a Milano un simbolo
di appartenenza e continuità che ha caratterizzato la storia
della vita pubblica e culturale della città nell’ultimo
secolo.
IN VISITA AL MAD
Dal 18 ottobre al 18 novembre 2007, si è svolto a Milano il
MAD “ moto arte e design”.
Invitati da Roberto Crepaldi, patron della CR&S vun, il quale
ha organizzato una serata conviviale nel cui svolgimento vuole condividere
con amici e collaboratori, le emozioni vissute nel corso del goliardico
viaggio verso l’isola di Man in occasione del 100°TT; abbiamo
avuto modo di prendere coscienza di quanto questa esposizione potesse
offrire. Approfittando del contemporaneo svolgimento del MAD, Mr.Crepaldi
sceglie la splendida cornice dello storico palazzo del ghiaccio per
ricevere i propri ospiti.
L’inizio della serata è previsto per le ore 20:00 ;
quando arriviamo il sole è già calato e le tenebre
della notte avvolgono tutte le sagome dei palazzi compresa la struttura
che ospita la mostra.
Troviamo l’entrata, una piccola hall dai colori scuri e luci
soffuse nasconde il bagliore della pista di pattinaggio.
Attraversiamo un breve corridoio e improvvisamente ci ritroviamo
proiettati in un’altra dimensione, l’interno della struttura è completamente
verniciato di bianco; le pareti, le arcate in ferro che sostengono
la copertura e il pavimento, tutto è di un candore abbagliante.
Le moto sono esposte sopra a delle strutture tubolari e le ruote
poggiano su delle tavole colorate anch’esse di bianco e la
sensazione che si avverte è quella che siano sospese a mezz’aria.
E’ difficile orientarsi in uno spazio così grande, ma
fortunatamente le moto si presentano in piccoli gruppi, ordinatamente
riunite per epoca, tipologia e nazionalità di appartenenza.
L’indecisione su quale guardare per prima è forte, ma
noi un idea già l’abbiamo, innanzitutto le Italiane
poi il resto del mondo. Sappiamo che non tutti i marchi sono rappresentati,
ma siamo pure a conoscenza che il criterio di selezione per far parte
di questa mostra è stato basato sul design rivoluzionario
che ogni moto di queste ha sfoggiato nell’anno della sua
comparsa.
Gran parte di quelle esposte fanno parte della collezione motociclistica
milanese (CMM), nata dall’unione di un gruppo di amici
e appassionati che da molti anni raccolgono, restaurano e conservano
quelle motociclette
che hanno segnato un epoca, vuoi per meriti sportivi, estetici
o innovativi.
Ecco allora che nella lunga passeggiata effettuata in andata
e ritorno per vedere entrambi i lati di ogni motocicletta, abbiamo
potuto assaporare
le splendide linee di moto come la Ducati SS750 carter tondi,
quelle
della Bimota Tesi 1d, o le fantascientifiche “per l’epoca” e
tuttora moderne forme della MotoMajor. Modelli per gare di velocità,
o per attività di nicchia come il trial e lo speed-way Altre
nate per l’uso stradale e convertite ad uso agonistico per
le gare di durata e altre ancora delle quali nemmeno noi conoscevamo
l’esistenza, costruite a mano con lo scopo e il sogno di battere
le case più blasonate del settore motociclistico.
Molte di queste moto sono addirittura esemplari unici.
Citarle tutte ruberebbe troppo spazio su queste pagine, ma per
far comprendere meglio quale fosse la levatura dell’esposizione,
abbiamo creato un piccolo riassunto delle più importanti
Italiane presenti.
Con la mente assorta a contemplare cotanto storico e moderno estro
meccanico, le ore scorrono veloci e in men che non si dica arriva
il tanto agognato momento del buffet.
Ma l’allegra compagnia di Crepaldi ha pensato bene che per
conquistarsi il proprio piatto bisogna prima prendere visione al
filmato “vundes vun van a man”. [undici vun vanno a man – eleven
vun go to man (scaricabile su you tube)].
Ci ritroviamo tutti riuniti al piano superiore del palazzo del
ghiaccio, dove é stata allestita una zona cinematografo.
Si spengono le luci ed inizia il cortometraggio.
Si tratta di un montaggio video artigianale ma comunque ben fatto,
e a nostro modesto parere il più simile ad un reality show,
nel corso del quale si cerca di far capire al pubblico che ne prende
visione, le sofferenze alle quali sono stati sottoposti i partecipanti
alla spedizione. Ma come detto popolare cita, "Mal che si vuol
non duol". Rimane il fatto che non abbiamo captato il messaggio.
Insomma
vi siete divertiti o no?
La fatidica scritta FINE compare sullo schermo, ed ecco che le luci
si riaccendono.
Illuminati dalle potenti lampade, fanno bella mostra di sé svariati
affettati e formaggi di diverse stagionature su un buffet retrostante
la zona cinema. L’assalto alla baionetta da parte del pubblico
verso le derrate alimentari è simile alle lotte tra gladiatori
all’interno dell’arena.
Fiumi di vino e di birra invadono i gargarozzi e gocce d’acqua
bagnano le lingue dei pochissimi astemi. Quello che doveva essere
un buffet si trasforma in una esibizione d’arte culinaria,
compaiono enormi vassoi contenenti chili di spettacolare risotto
alla pilota, ed in fine una crostata alla frutta che per poco non
entrava nel guinness dei primati per il diametro, la quantità e
tipologia di frutti geometricamente disposti sopra alla vellutata
copertura di crema pasticcera.
Morale, non avevamo dubbi, ma il team Crepaldi CRS&vun, ci ha
stupiti un’altra volta.
Appagati dalla scorpacciata, torniamo all’interno dell’esposizione
per ammirare un ultima volta le splendide creature che probabilmente
non rivedremo mai più.
Dedichiamo il tempo che ci rimane ad osservare quello che abbiamo
classificato come resto del mondo. Non si finisce mai
di imparare è il
primo pensiero che ci passa per la mente, caspita che
moto che hanno costruito gli Inglesi, e i Tedeschi, e gli
Americani,
e anche i Neozelandesi.
E guarda là, hanno esposto anche un chopper…
…
E’ l’area che hanno dedicato a Carlo Talamo, personaggio
scomparso prematuramente e che tanto ha dato al mondo
della moto e che tanto altro ancora avrebbe potuto dare.
Una breve galleria di foto lo ritraggono nei suoi momenti
più spensierati,
una tuta in pelle con il suo nome sulle spalle, la sua Harley, il
suo skateboard a motore con sopra gli stivali da cross, serve poco
a far capire quale passione avesse quest’uomo per
il mondo dei motori, quello a due ruote e non solo. Un
pensiero
a lui dedicato
capeggia su una parete, prova tangibile del segno che
ha lasciato.
Una rapida occhiata all’orologio, si è fatto veramente
tardi, è arrivato il momento di inforcare la moto e tornare
nella nostra città a due ore di marcia.
Arrivederci al prossimo MAD.Augurandoci sempre più moto e
più gnocca
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