Nel panorama dell’abbigliamento tecnico per il motociclista,
la oj si presenta con un catalogo ben assortito, frutto dell’esperienza
maturata nel settore.
Le proposte di questa azienda Milanese coprono il fabbisogno di chi
la moto la usa tutti i giorni, per lavoro, per svago, ma soprattutto
in vacanza. E’ infatti nelle lunghe trasferte che nasce l’esigenza
di avere dei prodotti specifici, pratici nell’uso e capaci
di adattarsi alle diverse situazioni meteo che si possono incontrare
lungo la strada. A quasi tutte le richieste oj ha la risposta, abbigliamento
e accessori antipioggia, guanti, sottocaschi e accessori antivento,
giacche uomo donna e bambino, borse moto, zaini e accessori per il
viaggio, occhiali, coprigambe, coprimanopole e coprisella. Insomma
un catalogo ben nutrito dove difficilmente non troverete quel che
vi serve.
Nella produzione di alcuni prodotti l’azienda si appoggia a
partner qualificati extraterritoriali e nel caso di quelli testati
da noi, sono interessati i pakistani.
FIGHTER G66
Arrivano sul mercato i nuovi guanti proposti da OJ atmosfere metropolitane,
particolarmente indicati per tutti i possessori di moto italiane.
L’Italico tricolore disposto lungo l’indice ed il medio,
conferisce al guanto un’estetica retrò nascondendo la
sua indole turistico - sportiva. Completamente in pelle, alternano
zone microforate che facilitano l’aerazione ad altre rinforzate
con doppio strato nei punti di maggior usura, e nella malaugurata
situazione di un incontro ravvicinato col suolo le nocche sono protette
da una struttura rigida anch’essa ricoperta da un sottile strato
di pelle termosaldata. Per meglio adattarsi alla mano del pilota è stato
inserito del tessuto elastico lungo i fianchi delle dita. L’interno è completamente
foderato con materiale traspirante sintetico in grado di garantire
conforto anche durante le lunghe trasferte. E sempre con un occhio
di riguardo verso la sicurezza del motociclista, sono state inserite
sul dorso esterno del guanto delle bande in materiale riflettente
che aiutano a farsi vedere nel buio della notte e nelle gallerie.
La chiusura del polsino è garantita da una abbondante e
pratica striscia di velcro posta sul dorso del polso.
LA PROVA
Ho potuto constatare le qualità di questo prodotto nel corso
di un breve viaggio compiuto lungo le strade del nord Europa.
Cosa che non andrebbe mai fatta è proprio quella di usare
un capo tecnico di abbigliamento per la prima volta su lunghe distanze,
evitando così di scoprire eventuali difetti quando ormai
ci siamo allontanati troppo da casa.
I guanti in particolar modo, (come le scarpette per un calciatore),
bisognerebbe usarli quel tanto da permettergli di adattarsi meglio
alla nostra mano e soprattutto, abituarsi alla riduzione di sensibilità nell’uso
dei comandi della moto.
Impossibilitato dai tempi ristretti a mia disposizione, sono partito
per il viaggio indossando i fighter G66 senza averli rodati nemmeno
con un giro attorno a casa.
Parto in direzione nord attraverso la Val d’Adige, siamo in
piena estate e la temperatura esterna si aggira oltre i 30C°.
Alternando tratti di statale a interminabili percorrenze autostradali,
posso apprezzare come il sistema di aerazione dei guanti funzioni
egregiamente sia alle basse che alte velocità.
La sensibilità sui comandi è superiore a quanto mi
aspettavo da un guanto dall’anima “sportiva”, tant’è che
li tengo indossati anche per fare benzina e quasi mi permettono
anche il controllo della carta moneta.
Entro in Germania, le temperature si abbassano tra i 15 e 18C°.
La fodera interna in materiale sintetico traspirante, svolge il
suo compito mantenendo le mani in temperatura di esercizio. Poi
come
da copione comincia a piovere; attendo un bel po’ prima di
indossare i copri guanti. Voglio capire quanta strada permettono
di fare prima di arrivare all’inevitabile. Ebbene, sotto ad
un copioso temporale estivo, sono riuscito a percorrere ben 12km
prima di ritrovarmi con le mani bagnate, ottimo direi, e nel caso
si ripetesse c’è tutto il tempo per fermarsi e indossare
la tuta antiacqua , copri guanti e copriscarpe.
Il giorno seguente entro in terra Danese, la coda di una tempesta
ha lasciato le strade bagnate e abbassato ulteriormente la temperatura,
ora viaggio costantemente sotto i 10C°, il guanto è ancora
umido dal giorno prima, ora le mani cominciano a sentire gli affetti
del freddo, bene ho scoperto il limite di utilizzo dei fighter
G66.
Arrivo nel sud della Svezia, e nonostante la latitudine, il clima è simile
alla primavera. Sole, cielo terso, aria frizzantina e termometro
fisso a 21C°, ora si che è piacevole indossare questi
guanti.
Aggiungo inoltre che quest’ultimi li ho indossati anche nelle
operazioni di scarico e carico bagagli dalla moto, nel montaggio
della tenda e addirittura mentre cucinavo in sostituzione dei guanti
da “forno”.
PAGELLA
Utilizzati per dieci giorni, di cui 92h,43m alla guida compiendo
4903km tra sole acqua nebbia freddo e caldo; i guanti FIGHTER G66
hanno dimostrato la loro tempra.
Non hanno ceduto un millimetro
di taglia, il materiale interno non ha dato segni di deterioramento,
la pelle non ha perso colore, non si è logorata nei punti
di maggior contatto con le manopole e neppure l’interno dita
a contatto con la leva frizione, “ dove lo stress meccanico è più elevato”,
ci sono segni di usura.
E alla prova olfatto: profumano ancora di pelle.
Unico neo (con molta probabilità imputabile al fatto che
quelli usati erano un prototipo), è stato il saltare di
4 punti di cucitura su un rinforzo nel palmo del guanto destro.
Molto pochi in proporzione a quanti ne servono per confezionare
questo prodotto, e comunque considerato l'uso intensivo e
in ogni condizione, possiamo definire senzaltro un peccato veniale!